Cenni Storici

Ultima modifica 23 agosto 2024

Nova Milanese si trova in una delle zone di più intenso traffico e di più rapida industrializzazione della Lombardia, a soli 6 Kilometri da Monza e 14 da Milano.

Un antico tracciato stradale pare attraversasse questo territorio, collegando Milano con Carate. Trovandosi la località a 9 miglia dalla città ambrosiana, non è da escludere che il nome tragga origine proprio da questa sua collocazione: ad nonum lapidem. Secondo altre ipotesi, il toponimo potrebbe invece derivare da vicus novus, nuovo evidentemente rispetto ad agglomerati precedenti, o da novale, campo rimesso a coltura dopo un lungo periodo di riposo, o addirittura dal cognome Novati.

Oggi, dal piccolo nucleo centrale cresciuto sulla vecchia Valassina, l'abitato si è sviluppato in ogni direzione, unendosi ai comuni di Muggiò e Desio. L'antico borgo agricolo, che ancora agli inizi del secolo contava meno di 3000 abitanti, si è trasformato in una cittadina di più di 22.000 abitanti. L'incremento demografico è stato contenuto e graduale fino agli anni del boom, anche se in costante ascesa; quest'ultima rispondeva alla logica di un centro ben posizionato, facile da raggiungere attraverso importanti vie di comunicazione, attestato su normali livelli di economia agricola. Questi fattori ricevettero una notevole spinta dalla costruzione del Canale Villoresi, inaugurato nel 1881, che taglia orizzontalmente Nova Milanese.

Se il paese aveva nel XVI secolo dimensioni modestissime, alla fine del XVII presentava già caratteristiche di una certa consistenza: 1004 abitanti nel 1770, 1136 nel 1797. Ad unificazione avvenuta, Nova aveva raddoppiato la popolazione, la cui crescita non avrebbe mai conosciuto arresti. Il grande salto quantitativo avviene tra gli anni cinquanta e settanta, in seguito al susseguirsi di diversi momenti immigratori: dapprima, in seguito alle inondazioni del Polesine, dal Veneto, poi dalle regioni meridionali.

In un solo decennio (dal 1951 al 1961) Nova passa dalle 5.000 persone alle 10.000 unità; in quello successivo si registra un ulteriore aumento del 60%, per giungere agli attuali 22.337 abitanti. Andamento parallelo ha avuto lo sviluppo edilizio. Di conseguenza Nova Milanese presenta una notevole densità abitativa.

Come in molta parte della Brianza, a Nova era diffuso l'allevamento dei bachi da seta, che durerà fino all'avvento delle fibre sintetiche negli anni venti. Oltre ai cereali, il terreno produceva una grande quantità di ottima uva e infatti Nova compare, assieme ad un'altra ventina di paesi, nella classifica dei migliori produttori di vino stilata nel 1815 dal poeta milanese Carlo Porta in occasione dell'arrivo a Milano dell'Imperatore Francesco I d'Asburgo. In tutto il milanese, del resto, fino agli ultimi decenni del diciannovesimo secolo si produceva vino, finché i vigneti vennero distrutti dalla filossera; stava scemando l'interesse per la coltivazione, sostituito da quello per l'industria nascente, e i vigneti non furono ripiantati. Si affacciavano alla ribalta i primi opifici: a fine ottocento 150 operai erano addetti alla lavorazione del lino e del legname. Oggi quella pattuglia d'avanguardia industriale è diventata un esercito di migliaia di persone che ogni mattina si muove per una metà verso le centinaia di imprese (grandi e piccole industrie, commercio e servizi) presenti in loco, per l'altra metà verso Milano, Sesto San Giovanni e gli altri centri industriali vicini.

Pochissimi sono rimasti gli agricoltori, mentre è assai considerevole l'attività lavorativa autonoma.

Tra gli edifici antichi presenti a Nova, alcuni meritano senz'altro di essere ricordati. La chiesa della Beata Vergine Assunta, nella frazione di Grugnotorto, risale al cinquecento, mentre è del XVIII secolo la parrocchia di Sant'Antonino Martire successivamente ristrutturata ed ampliata. Pregevoli , al suo interno sono alcuni dipinti del Bignami, le vetrate eseguite su disegno di Luigi Morgari e una lunetta del Pittore Vittorio Viviani, novese di adozione. Dello stesso pittore si può ammirare una crocifissione in Via Garibaldi. Settecentesca è anche la chiesetta di San Bernardo alla Cascina Meda.

Nel campo dell'architettura civile la Villa Manfredini Ferrari Ardicini, seicentesca, ha un giardino progettato dall'architetto Luigi Gagnola, che operò in Brianza all'inizio dell'Ottocento. Dei primi del novecento è Villa Ponticelli Prinetti Vertua, in stile impero, con giardino all'inglese. Quest'ultima, completamente restaurata, ospita la sede della Collezione Permanente Arti del Fuoco e della Donazione del Pittore Vittorio Viviani.

In data 6 marzo 1950 sono stati concessi a favore del Comune di Nova Milanese dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri uno stemma ed un gonfalone, descritti a seguito.
 
A historical profile
During the time of the Roman Empire, there were various little rest stops every nine or ten miles along the road that is present-day Via Valassina. It is thought that the name of this town derived from the fact that it was the rest stop situated about nine Roman miles from Milan. The adjective Milanese was added later, to distinguish it from Nova Levante and Nova Ponente, in the Province of Bolzano. Nova was ruled by various feudal lords during the Middle Ages, including the Visconti, the Sforza, the Pirovano, the Rho, Ferreri, Roadino, and the Gallarati. It was given to the Manriquez family in 1581, who ruled it until the eighteenth century. It became a marquisate in 1732, under Marquis Carlo Camillo Rovelli of Como. The honorary title of marquis is still bestowed upon the firstborn descendants of the Rovelli family, who are members of the aristocracy of Como. Today Nova is found in one or the most rapidly industrialized areas in Lombardy. The town has spread out in every direction from its small center, to reach the towns of Muggiò and Desio. The little rural village of 3.000 inhabitants has become a town of about 22.000 people. The construction of the Villoresi Canal in 1881 greatly facilitated the agricultural economy of Nova, by providing an easy means of transport and increasing the fertility of the soil.
 
Stemma
Un leone rampante d'argento su sfondo rosso, accompagnato in capo dalla scritta Ad Novam in oro. Ornamenti esteriori e corona a 5 torri da Città.
 
Gonfalone
Drappo metà rosso e metà bianco riccamente ornato di ricami d'oro previsti per le città e caricato dello stemma sopra descritto con l'iscrizione centrata in oro Città di Nova Milanese. Le parti di metallo ed i cordoni sono dorati. L'asta verticale è ricoperta di velluto dai colori rosso e bianco con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma della città e sul gambo inciso il nome.


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